La multimedialità

La multimedialità
La comunicazione nell'era di Internet

mercoledì 28 aprile 2010

Impigliati nella rete:la dipendenza comportamentale da internet.

Voglio riportarvi un articolo letto sul giornale questo mese, che ha destato molto la mia attenzione e che vorrei proporvi, con la dovuta sintesi di quanto compreso. Spero possa suscitare in voi dei dubbi o dei pensieri o perchè no...anche un pò di curiosità.

Nel nostro paese, internet si configura come uno dei nuovi fronti delle dipendenze comportamentali, quelle che fanno da controcanto all'abuso di sostanze stupefacenti.
L'utilizzo compulsivo della rete, denominato "Internet Addiction Disorder" (I.A.D.), si innesta in uno scenario generale tracciato dal Censis, che vede la presenza del web nella penisola pari al 47% della popolazione, con punte che riguardano esclusivamente i giovani pari all'80,7%.
Addirittura questa nuova patologia viene affiancata al gioco d'azzardo, ai disturbi dell'alimentazione, etc...malattie figlie di disfunzioni affettive, della percezione di sè e delle relazioni con il mondo esterno.
L'I.A.D., per gli esperti rappresenta un paradosso: c'è ma è ancora assente dalla catalogazione di quella che viene considerata la "bibbia" degli psichiatri, ovvero il "Diagnostic and Statical Manual of Mental Disorders" (DSM). Un'anomalia, questa, a cui si associa l'impossibilità di misurarne la reale incidenza epidemiologica, ovvero quanto e come colpisca la popolazione, vista la sua giovinezza e la complessità di diagnosi.
I pochi dati disponibili in Italia, messi insieme dal 2002 ad oggi, su campioni variabili di ragazzi fra gli 11 e i 14 anni nella provincia di Latina (Lazio) e Lodi (Lombardia), quindi possiamo dire che ci siamo anche noi dentro, rivelano che la sfera di abuso è di circa il 12%, in cui l'1% si ipotizza affetto da vera e propria dipendenza conclamata, legata al gioco d'azzardo, sesso e socializzazione virtuali a sfondo patologico.
"Queste cifre si riferiscono soprattutto ai ragazzi,- ci spiega Luca Vallario, psicologo e psicoterapeuta, autore del libro "Naufraghi della rete. Adolescenti e abusi mediatici- possiamo, infatti, definire la dipendenza da web come la risposta maschile a quello che è l'abuso femminile per definizione, ovvero il disturbo del comportamento alimentare. Le donne si "rifugiano" nel cibo, gli uomini nel computer. ...il mondo virtuale è in grado di tradursi in una "copia indolore", comoda del reale, diventando per l'abusante una scorciatoia priva del "pedaggio problematico e sofferto dell'adolescenza"."
Quand'è che diventa dipendenza?
Nonstante un confine tra banale abuso ed uso patologico della rete, questo non è facile individuarlo per i medici, ma il riconoscimento della sintomatologia è già attuabile.
Il primo parametro è quello delle 36 ore settimanali di uso della rete, ma i fattori appaiono molteplici e complessi, infatti come spiega il centro di diagnosi e cura dell'I.A.D. dell'ospedale Gemelli di Roma:
"...chi trascorre dieci ore davanti al computer per motivi di lavoro o di studio, non può essere considerato un fruitore compulsivo del web."
Studi scientifici realizzati in Cina e Usa, ad opera dello psichiatra Ivan Goldberg, mettono ad oggi i medici in grado di identificare i contorni della patologia.
"I sintomi caratteristici della malattia si rintacciano - come sottolinea Goldberg- nel bisogno di trascorrere un tempo sempre maggiore in rete per ottenere soddisfazione, in  una riduzione di interesse per altre attività che non siano internet, nello sviluppo dopo la sospensione o diminuzione dell'uso della rete , di agitazione psicomotoria, ansia, depressione, pensieri ossessivi su cosa accade on-line, classici sintomi astinenziali."
Ripercussioni a cui si associano necessità di accedere alla rete in maniera frequente o per periodi prolungati rispetto all'intento iniziale di interrompere o tenere sotto controllo l'uso di internet. Uno scenario patologico al quale si affiancano la perdita delle relazioni interpersonali, modificazioni dell'umore, alterazione del vissuto temporale, senza tralasciare problemi di natura fisica come mal di schiena, affaticamento degli occhi, sindrome del tunnel carpale.
Un impulso alla I.A.D. lo danno i Social Network, che hanno alimentato il rischiodi uso compulsivo della rete.
Da una ricerca risulta che almeno 2 iscritti su 10 a Facebook sono dipendenti, mentre 10 persone su 4 possono sviluppare abusi o dipendenza da internet.
Uscirne è possibile, con l'aiuto dei medici esperti.
Il percorso riabilitativo mira a far superare al paziente le problematiche che hanno facilitato l'insorgenza della dipendenza. 
Importante in ogni caso è l'attenzione dei genitori verso i figli per rintracciare in anticipo eventuali segnali preoccupanti. 

 

 

3 commenti:

  1. ciao Alessia...trovo il tuo articolo molto interessante. Il diffondersi di internet è stato un bene per molte ragioni...ragioni evidenziate da tutte noi del corso nella pubblicazione dei vari post.Purtroppo anche l'uso di intenet ha "i suoi effetti collaterali" ben evidenziati nel tuo articolo. Bisognerebbe trovare un giusto equilibrio nel suo utilizzo. L'eccesso in generale non non è mai un bene!!!Comunque grazie per il tuo articolo...aiuta ad acquisire maggiore consapevolezza circa un buon uso dello strumento in questione!!!

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  2. Ciao Ale, quando ho letto 36 ore alla risposta "quand'è che si diventa dipendenti" mi sono spaventata, ho pensato: "mi sa di esserci dentro"(la patologia!!!) ma fortunatamente stare tutto questo tempo in rete, per ragioni prettamente lavorative e di studio, non mi porta soddisfazione, bensì solo stanchezza agli occhi....a parte gli scherzi..ho letto su di un blog, di cui sfortunatamente non riesco a recuperare il link, che l'allarme è nato proprio da uno scherzo nel quale si erano diffusi dei dati di una ricerca (mai effettuata) a partire dai quali si lanciava un allarme legato agli effetti nefasti della rete; da questo scherzo poi sono nate i primi studi provenienti da una studiosa americana....chissà se è vero!!!!se trovo il link ve lo riporto. ciao

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  3. ho trovato questo articolo interessante che si apre con una notizia sconvolgente (anche per sopperire alla mancanza del link da dove ho appreso le informazioni del mio precedente commento). Ciao...
    http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tempo%20libero%20e%20Cultura/2010/03/internet.addiction.shtml

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