La multimedialità

La multimedialità
La comunicazione nell'era di Internet

mercoledì 31 marzo 2010

Lez. n. 4 - La comunicazione mediata dal computer



In questa lezione abbiamo trattato il tema della comunicazione.
Ma cosa vuol dire la parola comunicazione? COMUNICAZIONE 
La comunicazione è uno scambio interattivo intenzionale tra due o più partecipanti, dove si condivide un determinato significato. L'intenzionalità si riferisce agli atti linguistici fondati su sistemi simbolici e convenzionali.
La comunicazione è: 
  • un'attività sociale;
  • un'attività cognitiva;
  • legata all'azione;
  • partecipazione.
La comunicazione oggi è espressa dai nuovi media, i quali sono caratterizzati da:
  • una codifica digitale;
  • una multimedialità;
  • una interattività;
  • una ipertestualità.
E questa comunicazione viene detta "mediata dal computer", ovvero CMC (computer mediated communication), che si occupa di come le tecnologie, soprattutto i computer, abilitano forme di comunicazione a distanza fra gli esseri umani. La CMC, ha due caratteristiche centrali:
  1. le informazioni sul contesto sociale sono scarse;
  2. le norme condivise sono scarse.
Inoltre la CMC presenta degli elementi di comunicazione:
  • uno a uno
  • uno a molti
  • molti a molti
La CMC impone di rivedere le distinzioni tradizionali tra comunicazione interpersonale e mass media.
Il media,  ovvero lo strumento, permette ai soggetti di superare i vincoli della comunicazione faccia a faccia, con i così detti dispositivi di mediazione, i quali sostituiscono l'esperienza diretta dell'altro con una percezione indiretta.
Il medium presenta tre caratteristiche proprie:
  • fisica
  • simbolica:l'insieme dei significati convenzionali espressi con il medium. questa fase si divide in:elementi simbolici;i quali sono propri del medium (emoticons, abbreviazioni...) e dell'interlocutore (linguaggio e cultura).
  • pragmatica:sono i comportamenti con cui i soggetti utilizzano il medium.
La comunicazione può avvenire in presenza o a distanza.   

martedì 30 marzo 2010

Fasi di start-up multimediale

Nonostante non posso essere a lezione, le mie amiche, nonchè colleghe di università mi hanno aggiornato sul da farsi, ho cercato qualcosa, ma il primo documento che viene riportato qui sotto, è lo stesso che ha trovato Giorgia, io lo propongo lo stesso:  Fasi di start-up multimediale



Spero che questo possa andare...
 

domenica 28 marzo 2010

Lezione n.3 - Le teorie dell'apprendimento multimediale

In questa terza lezione ci siamo soffermati su quali strumenti vengono utilizzati nell'apprendimento multimediale.Abbiamo parlato delle tecnologie multimediali, le quali sostituiscono lo schema classico del "faccia a faccia" tra l'allievo e l'insegnante, con un'apprendimento interattivo, che vede la triade "insegnante-tecnologia-allievo" che può essere misto (blended) oppure on-line. In questo caso è importante un accurata programmazione da parte del docente, per la scelta del media più adatto alle esigenze conoscitive degli allievi.Lo strumento scelto deve garantire all'allievo il processo di apprendimento. Naturalmente per multimedialità si intende la somministrazione di materiale in diversi formati, che possono essere, audio, video, foto, etc...
Di conseguenza ci è sembrato logico e nello stesso tempo utile trattare le
Teorie dell'apprendimento, ovvero come quest'ultimo può avvenire e ne abbiamo analizzate quattro, di stampo cognitivo,che secondo noi si avvicinano di più al nostro tema:
  1. La teoria della doppia codifica di Paivio (1991); 
  2. La teoria del carico cognitivo di Chandler e Sweller (1991); 
  3. La teoria delle rappresentazioni multimediali di Schnotz (2001); 
  4. La teoria di Mayer (2001).

Andiamo ad analizzarle una per una:

1- l'autore (Paivio) parte dal presupposto che ci sono due sistemi di codifica: uno verbale a cui corrisponde un input verbale e l'altro non verbale a cui corrisponde un input visivo, cioè non verbale. Questi input sono dei sottoinsiemi a cui corrispondono degli output, per cui all'input verbale corrisponde un output verbale, mentre all'input non verbale, corrisponde un outpun non verbale. Questi due processi, per lo stesso autore, si integrano l'uno con l'altro, ma nello stesso tempo sono separati.

2- i due autori (Chandler e Sweller), focalizzano l'attenzione sul concetto delle risorse disponibili durante l'esecuzione di un compito, che sono sicuramente limitate e quindi si possono utilizzare solo una determinata quantità di informazioni. L'importante è non determinare un sovraccarico cognitivo.

3- secondo l'autore (Schnotz), prevalgono due rappresentazioni, una interna e l'altra esterna, le quali svolgono un ruolo fondamentale nella costruzione della conoscenza e che interagiscono dando luogo all'apprendimento multimediale. Le rappresentazioni esterne sono di due tipi: il testo inteso come una rappresentazione descrittiva in cui il sistema simbolico viene associato ad un contenuto; le figure intese come delle rappresentazioni pittoriche a cui corrisponde un contenuto. Le rappresentazioni interne (immagini mentali) appartengono al soggetto e coincidono con i modelli o le immagini mentali che sono insieme descrittivi e pittorici.

4- in questa ultima teoria si tiene conto delle tre precedenti teorie e sostiene che una teoria cognitiva non possa prescindere da tre asuunzioni di base, ovvero la teoria di Paivio, quella di Chandler e Sweller e quella di Mayer. Mayer sostiene che i discenti possono apprendere in maniera efficace con l'ausilio di un materiale multimediale, il quale è composto da parole, immagini, piuttosto che da un materiale composto da sole parole (come diceva la teoria di Paivio). Si può processare solo una determinata quantità di informazioni (teoria di Chandler e Sweller del carico cognitivo). Da queste discende il concetto di elaborazione attiva, ovvero nel processo di costruzione della conoscenza bisogna tracciare delle linee guida per una corretta progettazione delle risorse multimediali.
Da questa teoria si diramano i sei principi di Mayer:
  1. se un'apprendimento multimediale risulta efficace vorrà dire che il modello mentale ha elementi utili al recupero;
  2. le parole unite al testo facilitano l'apprendimento;
  3. troppe informazioni o elementi incoerenti ostacolano l'apprendimento;
  4. l'associazione tra oralità e immagini è più efficace dell'associazione tra testo e figure;
  5. la presenza di informazioni veicolate da canali diversi è svantaggiosa;
  6. l'apprendimento risulta efficace se si utilizza uno stile non formale. 
     

sabato 27 marzo 2010

Lezione n. 2 - L'era del web 2.0







In questa seconda lezione ci siamo addentrati nel discorso degli
apprendimenti multimediali e dell'era del web 2.0.
Ci siamo soffermati su come è cambiato l'apprendimeto tra ieri ed oggi e abbiamo visto anche la differenza tra web 2.0 e web 1.0
Per quanto riguarda l'apprendimento in effetti prima veniva inteso solo come un'accumulazione di informazioni, oggi invece, apprendere vuol dire "valorizzare le proprie connessioni". Infatti apprendere vuol dire proprio modificare i propri comportamenti in base alle esperienze, facendoli perdurare nel tempo. Quindi possiamo dire che l'apprendimento è legato ad un cambiamento. Allora viene da porsi una domanda: è cambiato effettivamente qualcosa?
La risposta è ovviamente SI,  prima si apprendeva nel modo classico, soprattutto nelle scuole, c'era l'insegnante e c'era lo studente, attraverso lezioni frontali. Oggi l'apprendimento è anche classico, ma soprattutto multimediale, cioè interattivo. Perchè oggi abbiamo tanti strumenti di apprendimento, come i social network, i forum, le chat, i blog etc...
Siamo nell' era del mondo di internet, o meglio del web, il quale anch'esso ha avuto dei cambiamenti, si è passati dal web 1.0 al web 2.0,con relative differenze.

Il web 1.0:era diffuso fino agli anni 90 ed era composto di "siti web statici" (solo linguaggio Html), ovvero non era presente l'interazione con l'utente, ma vi era solo la navigazione tra le pagine con l'uso delle e-mail e dei motori di ricerca. Era possibile visualizzare solo documenti ipertestuali. Con il web 1.0 le comunità erano costituite solo da esperti informatici.

Il web 2.0:è uno stato di evoluzione di internet ed è l'insieme di tutte le applicazioni on-line che permettono l'interazione sito-utente (facebook, youtube, wikipedia,twitter, etc...). Questo ha fatto in modo che il digitale fosse pervasivo. Con il web 2.0 la rete acquista una dimensione sociale, di condivisione. Tutti possono utilizzare il web come se fosse una normale applicazione. http://it.wikipedia.org/wiki/web_2.0
L'apprendimento oggi avviene nel web 2.0 e quindi si parla di apprendimento multimediale, il che significa entrare nelle reti sociali delle comunità di pratica. Di conseguenza la conoscenza diventa reticolare(reticolarità delle conoscenze)e la rete si divide in tre livelli differenti: 
  • neurale(i neuroni);
  • concettuale(le idee);
  • esterno(personale).
Questi tre livelli coesistono, tutti e tre insieme, nel web 2.0. 
Quindi, non cambia solo l'apprendimento, ma anche la conoscenza, ovvero la comprensione di fatti, informazioni ottenute attraverso l'apprendimento.Di conseguenza cambiamo anche noi, per attenuare la differenza, il gap che si ha è tra:
Immigrati digitali:i quali sono cresciuti prima delle tecnologie digitali (ovvero noi) e le hanno adottate in un secondo tempo.
Nativi digitali:i quali sono cresciuti con le tecnologie digitali, come i computer, internet, i telefoni cellulari, etc...

    

Di conseguenza avremo modelli di pensiero differenti infatti, se un nativo gigitale pensa al telefono sicuramente la sua idea sarà l'I-Phone, Skype, etc...; invece, per un immigrato digitale, come noi, la nostra idea di telefono sarà sicuramente o il telefono di casa o al massimo un normalissimo cellulare.
Ritornando alla conoscenza, a questo punto, possiamo parlare di flussi di conoscenza, ovvero che si può conoscere a dismisura. Ed è qui che entra in scena la creatività, la quale nasce dall'interazione tra individui e società, dove le idee pre-esistenti vengono rielaborate. Il creativo ha la capacità di inventare e di creare, ma sempre con l'ausilio della logica. Anche la creatività ha le sue dimensioni:
  • quella individuale
  • quella simbolica (il dominio)
  • quella sociale (il campo).
La persona creativa possiede tutti e tre queste dimensioni, di conseguenza ci sarà un optimal flowche si basa su due concetti:
  1. flow exeperience:il sè è consapevole di avere un momento creativo che lo porta a creare;
  2. networked flow: permette un riconoscimento sociale al flow exeperience, la creatività del sè viene riconosciuta non solo individualmente ma anche socialmente.
Anche nella rete è possibile la creatività, naturalmente attraverso gli strumenti mediatici, i quali presentano delle criticità:
  • affidabilità (trust): se vi è la possibilità di controllare le fonti. La fiducia è data dalle reti, ma è molto relativa.
  • democrazia emergente: vi può essere pericolo di plagio, perchè non siamo a conoscenza della veridicità di quanto viene scritto in rete.
  • insensibilizzazione al plagio: non bisogna prendere pensieri ed opere di altri, facendole proprie, altrimenti si commette plagio; il quale è dannoso per la creatività.
Bisogna cogliere nuove opportunità di apprendimento, le quali ci vengono date dalle nuove tecnologie.
   
 

martedì 23 marzo 2010

Lezione n.1- Introduzione alla psicologia multimediale.

In questa prima lezione introduttiva di Psicologia dell'Apprendimento Multimediale, noi del corso, con qualche "new entry", ci siamo presentate ed abbiamo messo in chiaro il nostro rapporto con il mondo delle tecnologie. E devo dire che il professore si è meravigliato del fatto che non siamo poi del tutto estranee al mondo di internet, dei computer e di tutto ciò che è multimediale.
Il professore e la dottoressa D. Grimaldi ci hanno da subito informate del fatto che avremmo dovuto creare un blog tutto nostro del corso e devo dire che nonostante le mie "notti brave" davanti al pc, a facebook, youtube e quant'altro ero spaventata e ho assillato per non sò quanti giorni le mie "colleghe", nonchè amiche di avventure, ma alla fine (sempre di notte) ho avuto l'ispirazione e ho provato.
Pensavo peggio, tanta paura per nulla e mi meraviglio di me stessa, vado sempre smanettando con il pc ed ora mi volevo perdere in un bicchiere d'acqua. Ma comunque scoglio superato.
Ho voluto comunque, sempre dietro consiglio del professore, dare un titolo creativo, in modo da poter attrarre l'attenzione nel lettore o nel chi volesse visitare il mio blog. Ho utilizzato la parola viaggio, perchè penso che in questo corso, ma come anche negli altri, c'è sicuramente da imparare, ma anche da scoprire, cose di cui forse, non sapevamo l'esistenza e che solleticano la curiosità. Ed il viaggio porta decisamente a scoprire iu un qualcosa di noto, sempre qualche novità. Poi, nella psicologia multimediale, primo perchè è il nome del corso e secondo perchè la parola multimediale, secondo il dizionario informatico significa: "aggettivo riferito ad una sintesi di informazioni per cui il messaggio acquista significato dall'integrazione di diversi mezzi di comunicazione (audio, filmati, immagini, testo, etc)". www.dizionarioinformatico.com.
Noi abbiamo già imparato ad utilizzare alcuni strumenti come exe-learning, creando dei learning objects, moodle, seamonkey, motori di ricerca come Google, etc..., certo c'è ancora da perfezionarsi, però.
Ma la cosa bella è che io Facebook-dipendente, senza volerlo, stavo "smanettando" con uno strumento multimediale, così come youtube, e tanti altri. 
Per la mia curiosità spero di viaggiare ancora per cogliere in qualcosa che ho già visto, anche una sola piccola diversità che diventa una grande differenza.