La multimedialità

La multimedialità
La comunicazione nell'era di Internet

domenica 28 marzo 2010

Lezione n.3 - Le teorie dell'apprendimento multimediale

In questa terza lezione ci siamo soffermati su quali strumenti vengono utilizzati nell'apprendimento multimediale.Abbiamo parlato delle tecnologie multimediali, le quali sostituiscono lo schema classico del "faccia a faccia" tra l'allievo e l'insegnante, con un'apprendimento interattivo, che vede la triade "insegnante-tecnologia-allievo" che può essere misto (blended) oppure on-line. In questo caso è importante un accurata programmazione da parte del docente, per la scelta del media più adatto alle esigenze conoscitive degli allievi.Lo strumento scelto deve garantire all'allievo il processo di apprendimento. Naturalmente per multimedialità si intende la somministrazione di materiale in diversi formati, che possono essere, audio, video, foto, etc...
Di conseguenza ci è sembrato logico e nello stesso tempo utile trattare le
Teorie dell'apprendimento, ovvero come quest'ultimo può avvenire e ne abbiamo analizzate quattro, di stampo cognitivo,che secondo noi si avvicinano di più al nostro tema:
  1. La teoria della doppia codifica di Paivio (1991); 
  2. La teoria del carico cognitivo di Chandler e Sweller (1991); 
  3. La teoria delle rappresentazioni multimediali di Schnotz (2001); 
  4. La teoria di Mayer (2001).

Andiamo ad analizzarle una per una:

1- l'autore (Paivio) parte dal presupposto che ci sono due sistemi di codifica: uno verbale a cui corrisponde un input verbale e l'altro non verbale a cui corrisponde un input visivo, cioè non verbale. Questi input sono dei sottoinsiemi a cui corrispondono degli output, per cui all'input verbale corrisponde un output verbale, mentre all'input non verbale, corrisponde un outpun non verbale. Questi due processi, per lo stesso autore, si integrano l'uno con l'altro, ma nello stesso tempo sono separati.

2- i due autori (Chandler e Sweller), focalizzano l'attenzione sul concetto delle risorse disponibili durante l'esecuzione di un compito, che sono sicuramente limitate e quindi si possono utilizzare solo una determinata quantità di informazioni. L'importante è non determinare un sovraccarico cognitivo.

3- secondo l'autore (Schnotz), prevalgono due rappresentazioni, una interna e l'altra esterna, le quali svolgono un ruolo fondamentale nella costruzione della conoscenza e che interagiscono dando luogo all'apprendimento multimediale. Le rappresentazioni esterne sono di due tipi: il testo inteso come una rappresentazione descrittiva in cui il sistema simbolico viene associato ad un contenuto; le figure intese come delle rappresentazioni pittoriche a cui corrisponde un contenuto. Le rappresentazioni interne (immagini mentali) appartengono al soggetto e coincidono con i modelli o le immagini mentali che sono insieme descrittivi e pittorici.

4- in questa ultima teoria si tiene conto delle tre precedenti teorie e sostiene che una teoria cognitiva non possa prescindere da tre asuunzioni di base, ovvero la teoria di Paivio, quella di Chandler e Sweller e quella di Mayer. Mayer sostiene che i discenti possono apprendere in maniera efficace con l'ausilio di un materiale multimediale, il quale è composto da parole, immagini, piuttosto che da un materiale composto da sole parole (come diceva la teoria di Paivio). Si può processare solo una determinata quantità di informazioni (teoria di Chandler e Sweller del carico cognitivo). Da queste discende il concetto di elaborazione attiva, ovvero nel processo di costruzione della conoscenza bisogna tracciare delle linee guida per una corretta progettazione delle risorse multimediali.
Da questa teoria si diramano i sei principi di Mayer:
  1. se un'apprendimento multimediale risulta efficace vorrà dire che il modello mentale ha elementi utili al recupero;
  2. le parole unite al testo facilitano l'apprendimento;
  3. troppe informazioni o elementi incoerenti ostacolano l'apprendimento;
  4. l'associazione tra oralità e immagini è più efficace dell'associazione tra testo e figure;
  5. la presenza di informazioni veicolate da canali diversi è svantaggiosa;
  6. l'apprendimento risulta efficace se si utilizza uno stile non formale. 
     

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